Le Comunità energetiche rinnovabili sono un innovativo strumento per risparmiare sui costi dell'energia e per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, avviando un circolo virtuoso grazie alle sinergie tra i diversi attori del territorio. Una CER è un’organizzazione di cittadini, enti locali, attività commerciali o piccole e medie imprese che si alleano per dotarsi di impianti destinati a produrre energia da fonti rinnovabili (in prevalenza il fotovoltaico).
Le Comunità energetiche rinnovabili sono alleate della crescita del territorio: la loro finalità è quella di fornire benefici ambientali, economici o sociali nelle aree locali, sviluppando un modello energetico a chilometro zero e promuovendo un consumo intelligente. Hanno quindi un’impronta no profit, perché l’obiettivo principale, secondo la normativa, non è quello di realizzare profitti finanziari.
Oltre ai Comuni, possono far parte della comunità anche i cittadini e le PMI
Le tariffe incentivanti rendono remunerativo l’investimento sull’impianto.
I benefici economici sono distribuiti tra i membri della comunità.
Si procede innanzitutto a uno studio di fattibilità che ne definisca caratteristiche, costi e risultati attesi, calandoli nel contesto territoriale locale
Nell’ambito dell’area individuata, si identificano i soggetti interessati partecipare alla CER, anche con una campagna di raccolta adesioni.
Si procede alla costituzione dell’ente giuridico cui farà capo la comunità energetica, che si doterà di regolamenti per definire i rapporti interni e la redistribuzione degli incentivi
Si realizzano uno o più impianti di energie rinnovabili condivisi, prestando attenzione alle opportunità incentivanti offerte dalla legge: la CER è pronta per essere attivata
Possono aderire cittadini privati, enti pubblici (Comunità Montane, Unioni dei Comuni e Comuni), associazioni e imprese.
Le imprese del settore energetico (grandi player, fornitori e ESCO) possono solo essere fornitrici di servizi e di infrastruttura.
Per poter ricevere gli incentivi, la CER deve essere riconosciuta a livello legale e avere una personalità giuridica. La CER può quindi prendere la forma di un soggetto non profit quale associazione, fondazione, cooperativa, società benefit o impresa sociale a seconda delle necessità e le scelte dei partecipanti.
Sono sicuramente di diverso tipo, da quelli economici ed ambientali a quelli sociali:
Per realizzare una Comunità energetica rinnovabile è necessario intraprendere alcuni fondamentali passaggi:
Il riconoscimento delle comunità energetiche deriva dall’approvazione del Decreto Milleproroghe 162/2019. Con il decreto sulle comunità energetiche l’Italia ha recepito la Direttiva europea RED II 2001/2018, con la quale l’Unione Europea riconosce valenza giuridica alle associazioni e introduce la figura del produttore/consumatore di energia (prosumer).
Le comunità energetiche in Italia possono ottenere un beneficio tariffario per 20 anni gestito dal GSE, con un corrispettivo unitario e una tariffa premio. Quest’ultima è pari a 100 euro/MWh per gli auto consumatori e 110 euro/MWh per le comunità energetiche.
Al fine di ottenere le agevolazioni, l’impianto deve essere di nuova costruzione e avere una potenza entro 200 kW, collegato alla rete elettrica a media/bassa tensione. Tuttavia l’evoluzione della normativa potrebbe apportare dei cambiamenti.
Secondo l’ENEA, si prevede che entro il 2050, circa 264 milioni di cittadini europei diventeranno dei prosumer, con la possibilità di generare energia elettrica da fonti rinnovabili e raggiungere la neutralità climatica.