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Le Comunità Energetiche Rinnovabili, cosa sta cambiando nelle normative?

Ilaria Bresciani
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L’argomento Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) è di grande rilevanza nel contesto della Transizione Energetica. Le CER sono infatti delle Comunità con personalità giuridica di cui possono entrate a far parte diversi attori del territorio, dalle Pubbliche Amministrazioni, alle Imprese private, ai singoli cittadini, il cui fine è vertere verso l’autoproduzione, condivisione e utilizzo di energie rinnovabili da parte dei territori all’interno della propria rete di distribuzione.

In Italia attualmente, dal punto di vista normativo, siamo in una fase transitoria, questo perché stiamo aspettando che l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ARERA recepisca i decreti attuativi emanati secondo le normative dell’Unione Europea, in particolare la Direttiva UE 2018/2001 (RED II) e Direttiva UE 2019/944 (Mercato interno dell’energia). 

L’Autorità per ora si è mossa con una delibera - la 120/2022 – per dare il via ai procedimenti per poter aggiornare e adeguare la regolamentazione delle CER come attori fondamentali per la Transizione Energetica e ad oggi ha concluso il documento di consultazione dove sono stati coinvolti tutti gli operatori di mercato.

Nonostante ciò, le singole regioni si sono già per la maggior parte mosse per emanare delle leggi regionali sulle comunità energetiche. Recentemente, ad esempio, la Campania e il Friuli Venezia Giulia si sono attivate rispettivamente con l’Avviso per la promozione delle Comunità Energetiche Solidali e Rinnovabili nei Comuni e con il Bando Regionale per i Comuni (in scadenza il 28 ottobre).


Cosa sta cambiando?

Gli attori in gioco sono quindi gli Enti Locali, soggetti privati e imprese nonché singoli cittadini interessati nel prender parte alle nascenti realtà delle CER ma un altro attore che detiene un ruolo fondamentale nella strategia delle Comunità Energetiche Rinnovabili è il DSO, il distributore di energia, con le infrastrutture ad esso connesse.

Attualmente, nonostante la regolamentazione sia ancora, come anticipato, transitoria, è stabilito che la distribuzione dell’energia debba avvenire tramite la rete di Bassa Tensione nel perimetro delle cabine secondarie e che i punti di connessione della rete relativa alla cabina secondaria debbano essere di proprietà dei membri della Comunità Energetica Rinnovabile. 

Ciò che sta cambiando, con le nuove norme di ARERA, è che il perimetro di distribuzione potrà riferirsi non più alle sole cabine secondarie ma allargarsi alle primarie. È un grande passo questo verso la creazione di progetti di grande portata in grado effettivamente di coinvolgere non più singoli quartieri ma interi territori, allargando il bacino di utenza.

Questo significa che le infrastrutture relative alla distribuzione dell’energia devono essere adeguate e ben efficienti ed è fondamentale il ruolo dei nuovi attori delle Comunità Energetiche, specialmente i produttori di energia green da redistribuire all’interno delle smart grid.

L’investimento sulle smart grid e la distribuzione e utilizzo di energia rinnovabile da parte dei territori è ormai la strategia per eccellenza per puntare al rispetto degli obiettivi di decarbonizzazione previsti dall’UE sulla Transizione Energetica.

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