Bilancio pluriennale dell’Unione Europea 2028-2034: sfide, priorità e prospettive

Valeria Chiodarelli
Bilancio pluriennale dell’Unione Europea 2028-2034: sfide, priorità e prospettive

L’Unione Europea si appresta ad affrontare una nuova e complessa fase di pianificazione finanziaria con la definizione del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2028-2034, lo strumento che stabilisce i limiti di spesa e le priorità strategiche dell’UE per un intero ciclo di sette anni. Dopo le profonde trasformazioni economiche, sociali e geopolitiche in corso, il prossimo bilancio si preannuncia come uno dei più cruciali nella storia dell’integrazione europea.

Le priorità politiche del nuovo bilancio

La proposta presentata dalla Commissione Europea nel luglio 2025 punta a costruire un’Europa “più forte, più sostenibile e più competitiva”, cercando di bilanciare la continuità con le nuove esigenze emergenti. Un bilancio di circa 2.000 miliardi di euro per i sette anni 2028/2034, con al centro tre grandi assi strategici.

Il primo riguarda la transizione verde e la resilienza energetica, con l’obiettivo di consolidare le politiche del Green Deal e rafforzare gli strumenti per la decarbonizzazione, l’efficienza energetica e la tutela della biodiversità. La Commissione intende ampliare i programmi per la ricerca climatica, la mobilità sostenibile e la riconversione industriale, assicurando al contempo un sostegno più robusto ai territori e ai lavoratori colpiti dal cambiamento.

Il secondo asse è quello della competitività e innovazione, che mira a rafforzare l’autonomia tecnologica e industriale dell’UE. Il futuro bilancio prevede un’espansione dei programmi Horizon Europe e Digital Europe, una nuova piattaforma di investimenti per le tecnologie emergenti e il potenziamento delle reti transeuropee di trasporto e comunicazione. L’obiettivo è assicurare che l’Europa resti un polo globale di innovazione, in grado di competere con Stati Uniti e Cina, riducendo le dipendenze strategiche.

Il terzo pilastro riguarda la sicurezza, la difesa e la politica estera. In un contesto geopolitico instabile, la Commissione propone di triplicare i fondi per la sicurezza delle frontiere, la gestione dei flussi migratori e la difesa comune, oltre ad aumentare il sostegno ai paesi candidati, in particolare Ucraina, Moldova e Balcani occidentali. Questo orientamento riflette la volontà dell’UE di assumere un ruolo più assertivo sulla scena internazionale e di garantire maggiore stabilità nel proprio vicinato.

Il percorso istituzionale e le tappe della negoziazione

La definizione del QFP è un processo lungo e complesso, che coinvolge tutte le principali istituzioni dell’Unione. Dopo la presentazione della proposta da parte della Commissione nel luglio 2025, il dossier è passato al Consiglio dell’Unione Europea, dove i governi nazionali discutono e negoziano i massimali di spesa e la distribuzione delle risorse tra i diversi capitoli. Parallelamente, il Parlamento Europeo elabora la propria posizione, concentrandosi su priorità politiche e misure di equità tra gli Stati membri.

Il negoziato tra Consiglio e Parlamento, mediato dalla Commissione, dovrebbe intensificarsi nel corso del 2026, con l’obiettivo di raggiungere un accordo politico entro la fine del 2027, in modo che il nuovo bilancio possa entrare in vigore il 1° gennaio 2028. Come da prassi, sarà necessario l’unanimità degli Stati membri in Consiglio e il consenso del Parlamento. Non si escludono momenti di tensione, soprattutto su questioni come la distribuzione geografica dei fondi di coesione, l’agricoltura e le nuove risorse proprie dell’UE.

Le risorse finanziarie e le possibili innovazioni

Il nuovo bilancio si collocherà in continuità con l’attuale QFP 2021-2027, che ammontava a circa 1.100 miliardi di euro in impegni, integrati da oltre 800 miliardi del piano straordinario Next Generation EU. Tuttavia, la Commissione intende introdurre una serie di riforme strutturali per rendere il sistema di finanziamento più equo e autonomo.

Tra le principali proposte figura l’introduzione di nuove risorse proprie, basate su strumenti come la tassazione delle emissioni di CO2, i proventi del mercato europeo del carbonio e una possibile imposta sui grandi gruppi digitali. Queste entrate dovrebbero ridurre la dipendenza dai contributi nazionali, garantendo maggiore stabilità e capacità d’investimento a livello comunitario.

Parallelamente, la Commissione intende mantenere una struttura di spesa articolata su sei grandi rubriche: mercato unico e innovazione, coesione e resilienza, risorse naturali e agricoltura, migrazione e sicurezza, azione esterna e amministrazione. Ogni capitolo sarà aggiornato per rispondere alle nuove priorità, con particolare attenzione al sostegno alla transizione industriale e alle politiche per la giustizia sociale.

Una sfida di coesione e legittimità politica

Il QFP 2028-2034 non sarà soltanto un esercizio contabile, ma un banco di prova della capacità dell’Unione Europea di riformarsi e di agire in modo coeso. Le divergenze tra Stati membri, le tensioni sullo stato di diritto e le crescenti aspettative dei cittadini europei renderanno il negoziato complesso. Tuttavia, il nuovo bilancio offrirà anche l’occasione per ridefinire l’identità economica e politica dell’Unione, orientandola verso un modello di crescita sostenibile, inclusiva e tecnologicamente avanzata.


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