Nei primi mesi del 2026 è atteso il nuovo Bando Partecipazione Emilia-Romagna, lo strumento con cui la Regione sostiene ogni anno i processi di progettazione partecipata promossi da enti locali, scuole, associazioni e cittadini. Dopo il successo del Bando 2025 (DGR 633/2025), anche la nuova edizione confermerà lo stesso schema, con poche modifiche operative e aggiornamento delle date.
L’obiettivo resta quello di rafforzare la democrazia collaborativa, promuovendo il dialogo e la co-decisione tra istituzioni e comunità locali.
Chi può partecipare e cosa finanzia il bando
Il Bando Partecipazione 2026 si rivolge a:
- Enti locali (Comuni, Unioni, Province, Città metropolitana)
- Associazioni, scuole, fondazioni e gruppi informali in partenariato con un ente pubblico
La Regione concederà contributi economici per sostenere percorsi di ascolto, confronto e co-progettazione su temi di interesse pubblico. I progetti potranno essere presentati in due linee di finanziamento, già confermate:
- Linea A – Enti locali, dedicata a processi promossi dalle amministrazioni pubbliche
- Linea B – Società civile, riservata a soggetti non istituzionali che intendono realizzare percorsi partecipativi in collaborazione con un ente pubblico
Temi e ambiti di intervento del Bando Partecipazione 2026
Il nuovo bando sosterrà progetti in linea con le priorità della Legge regionale n. 15/2018, che valorizza la partecipazione come strumento di buon governo, inclusione e innovazione sociale. I principali temi attivabili saranno tre:
Governo del territorio e rigenerazione urbana - un’area classica della partecipazione emiliano-romagnola, dedicata a percorsi che accompagnano:
- piani urbanistici e varianti comunali
- rigenerazione di spazi pubblici e beni comuni
- mobilità sostenibile, verde urbano e riuso di edifici pubblici
- progetti di co-gestione tra cittadini e amministrazioni
L’obiettivo è integrare le competenze tecniche con l’esperienza delle comunità locali, favorendo decisioni condivise e meno conflittuali.
Transizione ecologica e sostenibilità ambientale - l’ambito ambientale sarà nuovamente centrale. Saranno ammissibili progetti di:
- pianificazione energetica e adattamento climatico (PAESC, piani energia-clima)
- gestione partecipata delle risorse naturali (acqua, suolo, boschi, biodiversità)
- educazione ambientale, economia circolare e riduzione dei rifiuti
- iniziative per comunità energetiche e mobilità sostenibile
La partecipazione, in questo ambito, è strumento chiave per attivare consapevolezza, corresponsabilità e cambiamento culturale verso la sostenibilità.
Comunità, welfare e innovazione sociale - un’area dedicata alle persone e ai legami sociali, che include:
- co-progettazione di servizi sociali, educativi e culturali
- percorsi per l’inclusione e la parità di opportunità
- patti di collaborazione e cittadinanza attiva
- iniziative di welfare di comunità e innovazione civica
Qui la partecipazione diventa strumento per rafforzare la coesione sociale e costruire reti locali più resilienti e solidali.
Temi trasversali ammessi - sono inoltre ammessi progetti che integrano la partecipazione con:
- transizione digitale e cittadinanza online
- pianificazione territoriale per aree interne e montane
- strategie di innovazione e attrattività dei territori
- valorizzazione della cultura e della memoria collettiva
Questi percorsi rappresentano l’evoluzione naturale delle politiche partecipative verso modelli più inclusivi e digitali.
I contributi sono previsti fino al 100% della spesa e fino a:
- Linea A – fino a 15.000 €
- Linea B – fino a 40.000 €
Sono ammissibili le spese relative a:
- attività di facilitazione, mediazione e consulenza tecnica
- comunicazione e coinvolgimento
- eventi pubblici, laboratori, piattaforme digitali
- formazione, valutazione e monitoraggio del processo partecipativo
Perché partecipare: i vantaggi della partecipazione
Promuovere la partecipazione significa migliorare la qualità delle decisioni pubbliche. Tra i principali benefici:
- Decisioni più condivise e sostenibili, grazie al confronto aperto con i cittadini
- Riduzione dei conflitti nei processi di trasformazione urbana e sociale
- Crescita della fiducia tra comunità e istituzioni
- Innovazione sociale e amministrativa, con nuovi strumenti digitali e collaborativi
- Valorizzazione delle competenze diffuse nelle comunità locali
Come indicato nella DGR 633/2025, i percorsi partecipativi devono garantire trasparenza, inclusione e capacità di incidere sulle decisioni pubbliche.
Come prepararsi al bando 2026
In attesa della pubblicazione ufficiale, ecco alcune azioni utili:
- Costruire partenariati locali tra enti pubblici e stakeholders locali
- Progettare percorsi chiari e misurabili di coinvolgimento
- Prendere visione del formulario del 2025 come base id partenza per i lavori
Il Bando Partecipazione 2026 rappresenta quindi un tassello di continuità in una strategia più ampia, volta a consolidare la partecipazione come pratica di governance pubblica.
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- perfezionamento della strategia di azione del percorso partecipativo
- stesura della documentazione per la partecipazione al bando
- attuazione del percorso partecipativo a seguito della graduatoria positiva
- stesura delle linee guida partecipative al termine del percorso
- rendicontazione delle attività
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