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Piemonte: i Distretti del Cibo come occasione di sviluppo locale

Sabrina Savoca
PIEMONTE: I DISTRETTI DEL CIBO COME OCCASIONE DI SVILUPPO LOCALE

Nell’ultimo anno la Regione Piemonte ha dato avvio a diverse iniziative volte a promuovere lo sviluppo locale a partire da una parte dai Distretti del Commercio - incentrati sulla rigenerazione urbana e sul rilancio del commercio di vicinato - e dall’altra puntando sui Distretti del Cibo, incentivando quindi la tutela del territorio e del paesaggio rurale e la valorizzazione delle produzioni agricole e agroalimentari locali. 

Nel dettaglio è a metà novembre 2020 che la Regione Piemonte approva il nuovo Regolamento per l’individuazione territoriale, la costituzione e il riconoscimento dei nuovi distretti del cibo aprendo così la strada alla possibilità di dare avvio alla costituzione dei distretti del cibo in Piemonte, come previsto dal Testo Unico dell’Agricoltura della Regione Piemonte (L. r. n. 1 del 2019, art. 43).

L’intento dei Distretti del Cibo è di salvaguardare e promuovere sia le produzioni locali sia il paesaggio rurale piemontese, il tutto coinvolgendo i diversi soggetti attivi sul territorio, a partire dalla filiera produttiva fino ad arrivare all’offerta turistica e culturale locale. I principali obiettivi dei Distretti del Cibo sono: 

promuovere lo sviluppo territoriale;

assicurare la sicurezza alimentare;

ridurre l’impatto ambientale delle produzioni e lo spreco alimentare;

salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari.


Come ottenere il riconoscimento

I Distretti del Cibo prendono avvio grazie alla stipula di un accordo tra i soggetti pubblici e privati che operano nel sistema produttivo locale.

L’accordo ha lo scopo di valorizzare le produzioni agricole e agroalimentari e la qualità alimentare e del paesaggio rurale con l’intento di favorire un’equa distribuzione del valore aggiunto tra i soggetti della filiera produttiva e di coniugare lo sviluppo economico del territorio con cultura, storia, tradizione, sostenibilità e offerta turistica locale.

I soggetti che possono dare vita a un Distretto del Cibo sono numerosi, tra questi sono presenti, ad esempio: imprese agricole e agroindustriali, consorzi di tutela delle produzioni agroalimentari certificate, organizzazioni professionali agricole, soggetti privati, enti pubblici locali, CCIAA, Fondazioni, Agenzie Turistiche Locali (ATL), Enti di Ricerca ed Università, Enoteche regionali, Associazioni dei consumatori e i Gruppi d’Acquisto, ecc..

A livello operativo, per presentare un’istanza per il riconoscimento, è richiesta la redazione dei seguenti documenti:

Accordo di Distretto,

Regolamento di funzionamento dell’Assemblea di Distretto,

Piano di Distretto.

Una volta ottenuto il riconoscimento da parte della Regione Piemonte i distretti vengono iscritti nel Registro Nazionale dei Distretti del Cibo; in questo modo possono quindi iniziare a beneficiare degli interventi di sostegno previsti dalla normativa per queste realtà.


Requisiti per il riconoscimento

Il soggetto richiedente, per ottenere il riconoscimento come Distretto del Cibo, deve soddisfare specifiche condizioni relative a: 

Ambito produttivo: rappresentare uno o più prodotti agricoli e/o alimentari.

Territorialità: dimostrare di operare in un territorio definito (almeno cinque Comuni contigui).

Rappresentatività: dimostrare di essere rappresentativo della produzione agroalimentare realizzata nel territorio del Distretto ed avere parametri coerenti con le finalità del Distretto. Il Distretto è ritenuto rappresentativo se il parametro scelto dal soggetto candidato rappresenta almeno il 30% rispetto al dato del territorio definito; in alternativa il Distretto deve aggregare almeno 100 imprese singole o associate.

Governance: dimostrare di avere regole di relazione e funzionamento vincolanti per coloro che partecipano al Distretto attraverso l’adozione dell’Accordo di Distretto.


I vantaggi legati alla costituzione di un Distretto del Cibo

La costituzione di un Distretto del Cibo consente di:

accrescere la capacità di progettazione e pianificazione di interventi attraverso il coinvolgimento di più soggetti;

migliorare l’utilizzo delle risorse e favorire economie di scala in modo da raggiungere obiettivi più ampi;

incentivare sinergie tra settori diversi (agricoltura, turismo, cultura, commercio, ambiente, ecc.);

definire e sviluppare iniziative di promozione più efficaci e competitive;

dare avvio a progetti di valorizzazione e integrazione tra soggetti e ambiti differenti;

favorire l’innovazione e la ricerca, la sostenibilità ambientale e lo sviluppo locale;

favorire la definizione di accordi di settore e lo sviluppo e la valorizzazione di marchi;

accedere a contributi e finanziamenti dedicati esclusivamente ai Distretti del Cibo iscritti nel Registro Nazionale.

Si tratta quindi di un’occasione importante per i territori del Piemonte per dare avvio a nuove forme di sviluppo locale a partire da agricoltura, paesaggio e sostenibilità ambientale e dall’interazione di queste componenti con le altre risorse presenti come ad esempio cultura e turismo.

Non esitare a contattarci per conoscere meglio tutti i dettagli per dare avvio a un Distretto del Cibo nel tuo territorio.

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