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One health: politiche integrate per i territori

Valeria Chiodarelli
One healt: politiche integrate per i territori

Che il degrado ambientale, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità comportino rischi per la salute e per il benessere è un dato ormai noto e condiviso, anche alla luce della crisi mondiale generata dell’emergenza pandemica da Covid-19.

E’ per questo che la definizione “one health”  - che letteralmente significa “ una sola salute” –  è da intendersi al di là dell’ambito prettamente sanitario, puntando piuttosto l’attenzione sui legami tra umani, animali e ambiente, che danno vita ad un unico ecosistema connesso e strettamente interdipendente.

Un approccio che anche le politiche per lo sviluppo sostenibile dei territori tendono sempre più ad accogliere e sostenere, per promuovere una visione del futuro che punti ad una forte integrazione tra settori diversi. E’ in questa logica che si può ad esempio leggere l’impostazione del PNRR, che pur essendo articolato in Missioni con obiettivi verticali (innovazione, transizione green, ricerca, inclusione), presenta molti richiami intersettoriali per evidenziare le connessioni tra società, crescita sostenibile e innovazione. 

Le scelte strategiche per la governance e lo sviluppo dei territori, infatti, comportano ricadute più ampie e possono essere gestite secondo una visione integrata: dalla prevenzione del rischio idrogeologico, allo sviluppo di modelli di agricoltura sostenibile, dalla riduzione delle emissioni climalternati (mobilità, energia, attività produttive) fino alla tutela degli ecosistemi naturali e della biodiversità. Le interazioni tra i diversi ambiti possono essere molteplici ed è per questo motivo che, sempre più, Enti locali e Amministrazioni scelgono di dotarsi di propri Piani di Sviluppo Strategici, che forniscano una cornice univoca all’intero della quale poter analizzare e valorizzare le differenti scelte, gli indirizzi e le visioni del futuro che si intendono sostenere in relazione ai diversi contesti locali, a partire da punti di riferimento condivisi quali Agenda 2030.

Politiche e orientamenti che, il più delle volte, sono l’esito di processi di confronto e di co-progettazione tra l’Amministrazione e i diversi stakeholders locali (i cittadini innanzitutto, ma anche imprese, realtà del terzo settore, enti pubblici e altro), finalizzati a favorire da un lato un’assunzione di responsabilità rispetto ai percorsi che si intendono sostenere per il territorio, dall’altro a definire una co-partecipazione in grado di attivare risorse ed energie locali, individuando priorità di intervento e promuovendo la nascita di reti basate su di una collaborazione attiva – anche tra realtà e settori tra loro differenti


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