blog

Distretti del Cibo in Veneto: aperta la procedura di accreditamento

Federica Sala
Distretti del Cibo in Veneto: aperta la procedura di accreditamento

I Distretti del Cibo rappresentano un importante strumento di sviluppo territoriale, che mira a valorizzare le produzioni locali e a rilanciare l’economia dei territori coinvolti. In Veneto sono disciplinati dalla Deliberazione della Giunta Regionale n 151 del 09 febbraio 2021.

Nascono essenzialmente per promuovere lo sviluppo territoriale, la coesione e l'inclusione sociale, favorendo l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale. Si occupano anche di garantire la sicurezza alimentare, ridurre sprechi alimentari e diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, salvaguardando il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari. 

Chi può dare vita ad un Distretto del Cibo

I Distretti del Cibo possono essere creati da raggruppamenti formati da soggetti giuridici pubblici e privati, tra cui:

  • enti locali
  • GAL - gruppi di azione locale
  • organizzazioni di produttori e loro associazioni riconosciute ai sensi della regolamentazione comunitaria
  • consorzi di tutela riconosciuti (art. 14, L. 526/1999 e art. 41, L. 238/2016) e loro  associazioni
  • imprese agricole singole ed associate, iscritte alla C.C.I.A.A.
  • imprese di trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli ed agroalimentari
  • enti di ricerca e università
  • enti e associazioni pubblici e privati, consorzi, fondazioni, aziende speciali, società a partecipazione pubblica, enti economici regionali che svolgono attività nell'ambito della promozione, della ricerca e dell'innovazione finalizzate allo sviluppo del sistema produttivo primario
  • imprese dell’indotto correlate alle finalità ed al Piano di attività
  • organizzazioni sindacali di rappresentanza agricola ed agroindustriale a valenza regionale
Quali tipologie di Distretto del Cibo sono attivabili in Veneto

I Distretti del Cibo possono essere di diverse tipologie:

  • sistemi produttivi locali caratterizzati da una elevata concentrazione di piccole e medie imprese agricole e agroalimentari
  • sistemi produttivi locali anche a carattere interregionale, caratterizzati da interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agroalimentari, nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa europea, nazionale e regionale
  • sistemi produttivi locali localizzati in aree urbane o periurbane caratterizzati dalla significativa presenza di attività agricole volte alla riqualificazione ambientale e sociale delle aree
  • sistemi produttivi locali caratterizzati dall'interrelazione e dall'integrazione fra attività agricole, in particolare quella di vendita diretta dei prodotti agricoli, e le attività di prossimità di commercializzazione e ristorazione esercitate sul medesimo territorio, delle reti di economia solidale e dei gruppi di acquisto solidale
  • sistemi produttivi locali caratterizzati dalla presenza di attività di coltivazione, allevamento, trasformazione, preparazione alimentare e agroindustriale svolte con il metodo biologico o nel rispetto dei criteri della sostenibilità ambientale, conformemente alla normativa europea, nazionale e regionale vigente;
  • biodistretti e i distretti biologici, intesi come territori per i quali agricoltori biologici, trasformatori, associazioni di consumatori o enti locali abbiano stipulato e sottoscritto protocolli per la diffusione del metodo biologico di coltivazione, per la sua divulgazione nonché per il sostegno e la valorizzazione della gestione sostenibile anche di attività diverse dall'agricoltura
Come dare vita al proprio Distretto del Cibo

Per creare un Distretto del Cibo è necessario attivare una intensa azione di ascolto e progettazione partecipata territoriale, che permetta di redigere un Piano di Distretto in grado di specificare il contesto nel quale si inserisce lo strumento, la strategia di azione e le attività che il partenariato intende mettere in campo, il tutto corredato da un Accordo di Distretto che disciplina il suo funzionamento. 

Quali vantaggi derivanti dalla creazione di un Distretto del Cibo

I Distretti del Cibo favoriscono lo sviluppo di reti e partenariati, e l'attivazione di innovazioni di processo, prodotto e marketing, che permettono ai partner di Distretto di cooperare tra di loro e inserirsi e/o rafforzarsi in mercati, migliorando lo sviluppo economico anche dei territori nei quali operano. 

Periodicamente vengono inoltre promossi, a livello regionale e nazionale, dei bandi volti ad erogare agevolazioni ai distretti. 

Ti interessa l’articolo?

Vuoi approfondire le tematiche che abbiamo trattato? Contattaci per avere maggiori informazioni.

Ti potrebbero interessare anche questi bandi


Piemonte: contributi per le Strategie territoriali d'area omogenea
Piccoli Comuni del Lazio: contributi per investimenti e promozione
Montagne in transizione

Montagne in transizione

di Micol Oggioni

L'aumento delle temperature nelle Alpi, procedendo a un ritmo quasi doppio rispetto alla media globale, sta causando la fusione dei ghiacciai e la riduzione della copertura nevosa, generando diversi ...

Leggi

Trasforma il tuo futuro!

Entra nella community per rimanere sempre aggiornato e realizzare i tuoi progetti innovativi e sostenibili

Iscriviti alla nostra newsletter

Success! Your message has been sent to us.
Error! There was an error sending your message.