PNRR e Comunità Energetiche: taglio improvviso al budget, milestone superata.

Ilaria Bresciani
PNRR e Comunità Energetiche: taglio improvviso al budget, milestone superata. Ora il settore chiede chiarezza e stabilità


A soli nove giorni dalla chiusura dello sportello PNRR dedicato alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) per i Comuni sotto i 50.000 abitanti, arriva un aggiornamento inatteso: la dotazione finanziaria della misura scende drasticamente da 2,2 miliardi a 795,5 milioni di euro. La rimodulazione, inserita nella revisione complessiva del PNRR e già valutata positivamente dalla Commissione europea, è in attesa del via libera definitivo del Consiglio UE.

Una decisione che ha generato comprensibili preoccupazioni tra amministrazioni locali, imprese e professionisti, che in questi mesi hanno investito risorse, tempo e progettualità confidando in un quadro normativo e finanziario stabile. Nonostante il taglio dei fondi, i numeri confermano tuttavia un fortissimo interesse verso il modello CER.

Domande oltre il budget: superata la milestone di produzione

Dai dati pubblicati dal GSE e aggiornati al 21 novembre 2025 emerge un interesse nettamente superiore alle aspettative per la misura dedicata alle Comunità Energetiche Rinnovabili. Le richieste di contributo hanno infatti raggiunto i 778 milioni di euro, per una potenza complessiva di 1.778 MW.

La milestone prevista per la linea M2C2 – Investimento 1.2, fissata a 1.730 MW, risulta quindi non solo raggiunta, ma ampiamente superata: un segnale evidente della maturità del settore e della forte spinta dei territori verso modelli energetici collaborativi e sostenibili.

È importante sottolineare che la riduzione della dotazione finanziaria della misura non dipende dalla qualità o dalla solidità dei progetti presentati. Il taglio è invece legato ai vincoli temporali imposti dall’Unione europea, che fissano al 30 giugno 2026 il termine per la realizzazione degli impianti finanziati tramite PNRR.

Questa scadenza stringente ha reso necessaria una rimodulazione di alcune linee di investimento — tra cui quella delle Comunità Energetiche — per garantire che i progetti ammessi possano essere completati nei tempi richiesti e contribuire effettivamente al raggiungimento degli obiettivi del Piano.

Cosa succede ai progetti già caricati

Il MASE ha chiarito il percorso per le domande presentate:

  • saranno istruite tutte le domande non ancora valutate, sia tecnicamente che amministrativamente;
  • solo i progetti positivi e ammissibili otterranno il finanziamento e la firma degli atti d’obbligo;
  • i contributi concessi costituiranno il target PNRR da raggiungere entro giugno 2026.

I progetti ritenuti validi ma esclusi dal finanziamento per mancanza di fondi non verranno eliminati, bensì classificati come idonei: potranno essere ripescati in caso di scorrimenti o future integrazioni finanziarie della misura.

Comunità Energetiche: un settore che chiede regole chiare e trasparenza

Nonostante il MASE abbia ribadito il valore strategico delle Comunità Energetiche Rinnovabili, permane un nodo critico che sta generando forte incertezza nel settore: sul sito del GSE risulta ancora pubblicata la precedente dotazione da 2,2 miliardi di euro e la possibilità di presentare domanda fino al 30 novembre 2025, senza alcun riferimento alla riduzione della misura a 795,5 milioni. Questa mancata coerenza comunicativa tra istituzioni contribuisce a creare confusione tra amministrazioni locali, imprese e professionisti, proprio mentre il Paese avrebbe bisogno di indicazioni chiare e tempestive.

Nel frattempo, molti soggetti—Comuni, cittadini, imprese—hanno già sostenuto costi significativi per avviare il percorso verso le CER: studi di fattibilità, progettazioni tecniche, consulenze amministrative e investimenti preliminari necessari per partecipare alla misura. Tutte attività basate su un impianto normativo e finanziario che, fino a pochi giorni fa, sembrava stabile e oggi si presenta invece meno definito.

Il superamento della milestone dimostra quanto le Comunità Energetiche siano una priorità reale per i territori e quanto forte sia la volontà di contribuire alla transizione energetica attraverso modelli cooperativi e partecipati. Tuttavia, affinché questo potenziale non venga disperso, serve un deciso cambio di passo nella gestione istituzionale.

È urgente fornire:

  • piena trasparenza sulle risorse effettivamente disponibili dopo la rimodulazione;
  • indicazioni operative rapide e univoche, in grado di orientare correttamente amministrazioni e operatori;
  • continuità e tutela per i progetti dichiarati idonei ma non finanziati, che devono poter accedere a futuri scorrimenti o integrazioni;
  • un quadro normativo stabile e affidabile, che consenta una programmazione a lungo termine.

Le Comunità Energetiche hanno il potenziale per diventare uno dei pilastri più solidi della transizione energetica italiana. Perché ciò accada, però, è indispensabile una governance capace di assicurare certezza, coerenza e dialogo costante con i territori, evitando cambiamenti improvvisi che rischiano di frenare lo sviluppo di un settore in rapido e virtuoso fermento.

More info: leggi la notizia sul sito del GSE



Ti interessa l’articolo?

Vuoi approfondire le tematiche che abbiamo trattato? Contattaci per avere maggiori informazioni.

Ti potrebbero interessare anche questi bandi


Regione Toscana: contributi per la viabilità forestale
Contributi per le infrastrutture ricreative nel GAL Appennino Bolognese
Verso edifici pubblici a basse emissioni: contributi per efficienza e comunità energetiche

Trasforma il tuo futuro!

Entra nella community per rimanere sempre aggiornato e realizzare i tuoi progetti innovativi e sostenibili

Iscriviti alla nostra newsletter

Success! Your message has been sent to us.
Error! There was an error sending your message.